Il Salotto di Milano non conosce crisi: tre brand del lusso si contendono lo spazio Bric’s
Samsonite, Tod’s e Celine sono in corsa per uno spazio da 249mq con canone a base d’asta di 722mila euro. E il Comune per il 2022 punta ad incassare 60mln di euro.
Il Salotto di Milano non conosce crisi nemmeno in tempi ancora segnati dall’emergenza sanitaria e dalle difficoltà economiche che attraversano numerose imprese. Lo dimostra l’ultima asta record per l’assegnazione dello spazio attualmente occupato da Bric’s che vede ben tre colossi del lusso pronti a sfidarsi per mettere la propria insegna in Galleria Vittorio Emanuele II.
Samsonite, Tod’s e Celine, sono questi i nomi usciti dalle buste presentate per il bando pubblicato nel novembre scorso dal Comune di Milano e aperte martedì a Palazzo Marino, che hanno guadagnato l’accesso alle fasi successive della gara. Ora spetterà alla commissione esaminatrice vagliare le offerte tecniche e, in seduta pubblica, quelle economiche presentate dai tre brand che si sono candidati per aggiudicarsi la concessione dello spazio ex Bric’s per ben 18 anni con un canone annuo a base d’asta fissato a 722mila euro.
Quello che si contendono i tre marchi del lusso è uno spazio da 249 metri quadrati e due vetrine con affaccio sul Salotto milanese e ingresso da via Tommaso Marino 7, che si estende su quattro livelli costituiti da un piano interrato, piano terra con collegamento interno, soppalco e ammezzato. All’interno del bando di gara è stabilito che l’offerta rimanga valida fino alla fine dell’anno in modo tale da consentire all’attuale occupante dello spazio di trasferirsi nei vicini locali ex Zadi che Bric’s si è aggiudicato a giugno 2021 con un canone annuo di poco più di mezzo milione di euro. Sui tempi di trasloco grava l’incognita del contenzioso tra Bric’s e il Comune per il pagamento da parte di quest’ultimo di 287mila euro a titolo di avviamento commerciale, anche se Palazzo Marino è al lavoro per la sua risoluzione bonaria in modo tale da accelerare i tempi.
Sebbene gli ultimi due anni scontino gli effetti della pandemia, tra lockdown, smartworking e assenza dell’indotto di turismo, fiere e congressi, la Galleria rimane un punto fermo per gli investimenti dei brand del lusso che scommettono cifre da capogiro sulla ripresa. Diverse sono le case di moda che hanno fatto il loro ingresso nell’ottagono sborsando cifre record: in cima alla classifica rimane Dior che si è aggiudicato nel 2020 lo spazio precedentemente occupato da Versace, una superficie di 253mq, per oltre 5 milioni di euro di canone annuo, seguito da Gucci che ha ottenuto la concessione dei locali ex Massimo Dutti per 4,5mln e Fendi che, con 2.450.000 euro, si è aggiudicata gli spazi occupati da Armani che a sua volta ha traslocato nel vicini locali ex Tim per poco meno di 2 mln di euro. Non da meno la maison Chanel che nel luglio dello scorso anno ha rilevato i locali dello storico albergo diurno in stile liberty Cobianchi, includendo l’adiacente spazio lasciato libero da Oxus, per 1,3 milioni di euro. Una Galleria che assume sempre più i contorni di una miniera d’oro per il Comune di Milano, che punta ad incassare 60 milioni di euro per l’anno in corso grazie ai canoni d’affitto.
Micol Mulè