Milano, sciopero in sordina dei mezzi di trasporto
L’agitazione sindacale era stata indetta a livello nazionale dalla sigla sindacale Usb per la mancanza di interventi organici ed economici nei trasporti e nei servizi pubblici essenziali. Circolazione regolare di metro e mezzi di superficie nelle 4 ore di sciopero.
Era stato presentato come il venerdì nero per il trasporto pubblico locale, con mezzi a singhiozzo o completamente fermi e pendolari a rischio di rimanere a piedi o costretti a raggiungere con mezzi propri i luoghi di lavoro, a seguito dello sciopero nazionale proclamato dalla sigla sindacale Usb lavoro privato. Nei fatti, però, la circolazione è rimasta regolare senza grossi disagi per i pendolari.
Lo sciopero del trasporto pubblico locale ha interessato la fascia oraria mattutina, compresa tra le 8,45 e le 12,45. Quattro ore in cui i dipendenti di Atm, azienda che gestisce metro, tram e autobus nel capoluogo lombardo, avrebbero potuto incrociare le braccia e mettere a repentaglio la regolare circolazione dei mezzi sulle numerose linee, garantendo invece il regolare servizio da inizio giornata alle 8,45 e dalle 12,45 fino a fine servizio.
In realtà, già nel corso della mattinata, Atm aveva reso noto in un tweet che l’agitazione sindacale di fatto non si era concretizzata in alcun disservizio: “Il nostro servizio continua per tutta la giornata su tutte le linee metropolitane e di superficie”. Anche i monitor che registrano in tempo reale la situazione della metropolitana sul sito dell’azienda hanno mostrato la dicitura “regolare” a fianco di tutte le linee per l’intera mattinata.
Il sindacato Usb, all’insegna dello slogan “basta precarietà e sfruttamento”, aveva indetto lo sciopero in tutta Italia per mettere in luce la mancanza di interventi organici ed economici nei trasporti e nei servizi pubblici essenziali. Nello specifico, la sigla sindacale punta il dito contro il Governo “per la non volontà di programmare un serio e credibile piano economico di investimento mirato al superamento della criticità strutturale dei servizi pubblici essenziali del Paese”, tra i quali trasporti, scuola e sanità, che la crisi pandemica non avrebbe fatto altro che esasperare. Occorre, secondo Usb, “interrompere l’ossessionante e vizioso criterio che vede bruciare fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato garantendo loro profumati profitti”. Al trasporto pubblico in particolare, concludono, occorre “una rivoluzione sistemica che rimetta al centro il valore pubblico dei servizi”.
Micol Mulè